LA TERMOABLAZIONE NEI TUMORI DEL RENE
La termoablazione viene utilizzata sempre più spesso nel trattamento dei tumori del rene.
In particolare la termoablazione, usando la termoablazione con radiofrequenza, la termoablazione con microonde, la termoablazione con laser e la crioablazione, ha dimostrato di essere una metodica estremamente efficace nei tumori renali di piccole dimensioni (con diametro < 4 cm), con risultati comparabili a quelli della chirurgia classica.
Con la termoablazione è possibile limitare l’invasività legata all’intervento chirurgico classico, che richiede in genere un’ampia incisione per raggiungere il rene. Inoltre, con la termoablazione è possibile trattare solo una minima porzione di tessuto renale sano oltre al tumore, limitando al massimo il danno sulla funzione del rene.
In alcuni casi selezionati oltre ai tumori primitivi del rene è possibile intervenire con la tecnica della termoablazione anche per il trattamento delle metastasi renali da altri tumori.
caso di tumore del rene destro
trattato con tecnica a radiofrequenza
con risultato di completa ablazione a 24 ore
e riduzione al controllo a 7 anni dall'intervento
LA PROCEDURA
Il trattamento di termoablazione dei tumori del rene avviene generalmente in anestesia generale, e richiede il ricovero ospedaliero in media per due notti. Prima dell’intervento è prevista una giornata di pre-ricovero, in cui il paziente viene sottoposto agli accertamenti necessari per una corretta e sicura esecuzione dell’intervento, tra cui esami del sangue e visita anestesiologica.
Il giorno dell’intervento (o in alcuni casi il giorno precedente) il paziente viene ricoverato presso il reparto di degenza, dove un medico e un infermiere incontrano il paziente e completano la documentazione clinica e la cartella clinica. Il paziente viene quindi accompagnato nella sala operatoria dedicata ai trattamenti di termoablazione, dove incontra l’anestesista e l’equipe operatoria per le valutazioni preoperatorie. Una volta indotta l’anestesia generale, il paziente viene posizionato sul lettino operatorio nella posizione più utile per la migliore esecuzione dell’intervento. Nei casi in cui il tumore da trattare sia localizzato nella parte più centrale del rene, è possibile inserire uno stent attraverso l’uretere e posizionarlo in prossimità del tumore, per effettuare una perfusione di liquido freddo (o caldo) all’interno delle cavità escretrici durante la termoablazione per proteggerle dal danno termico. In seguito, attraverso la guida delle modalità di imaging (tra cui ecografia e TAC) l’operatore inserisce lo strumento selezionato all’interno del tumore ed esegue il trattamento di termoablazione. Al termine della procedura si esegue una TAC per documentare la buona riuscita dell’intervento e l’assenza di complicanze, e quindi il paziente viene svegliato. Dopo un breve periodo di osservazione il paziente viene accompagnato nella propria stanza di degenza, con la prescrizione di farmaci per il controllo dell’eventuale dolore postoperatorio. Il giorno seguente si eseguono esami del sangue una nuova TAC per confermare la buona riuscita del trattamento. Dal secondo giorno a seconda delle condizioni cliniche del paziente vengono in genere sospesi i farmaci per il controllo del dolore dopo una seconda notte di degenza per osservazione il paziente viene dimesso.
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